vacanze a corigliano calabro
Le origini di Corigliano Calabro (Sila), vanno cercate in età medievale, in quando gli abitanti della piana di Sibari cercarono fili luogo più salubre e meno esposto alle scorrerie saracene. Proprio la fertilità della pianura, prosciugata nel corso del '900, ha determinato negli ultimi decenni dello stesso secolo un forte sviluppo dell'abitato, con la crescita dei quartieri esterni e la trasformazione del centro storico.
S. Antonio.
Balzano subito all'occhio le vivaci maioliche turchine e gialle delle sue cupole, elevate in concomitanza con il rifacimento della chiesa quattrocentesca. L'interno propone un interessante esempio di decorazione barocca calabrese, con stucchi, balaustre marmoree chiuse da piccole cancellate in bronzo e un ricco altare maggiore.
Il Castello .
Dell’impianto primitivo è rimasta solo la base del mastici, mentre la parte inferiore della struttura fu innalzata nel '400. Gran parte delle forme attuali, racchiuse le quattro torri cilindriche, risale perciò al XIX secolo, quando il complesso fu ristrutturato dai baroni Campagna; allo
stesso intervento vanno riferite le decorazioni interne, come gli eleganti affreschi trompe-l’oeil nel salone degli Specchi, opera di Ignazio Perricci, e il trittico con Madonna e santi dipinto da Domenico Morelli. Uscendo dalla fortezza, vale la pena di visitare la chiesa di S. Maria Maggiore che racchiude importanti dipinti di scuola napoletana.
S. Antonio.
Balzano subito all'occhio le vivaci maioliche turchine e gialle delle sue cupole, elevate in concomitanza con il rifacimento della chiesa quattrocentesca. L'interno propone un interessante esempio di decorazione barocca calabrese, con stucchi, balaustre marmoree chiuse da piccole cancellate in bronzo e un ricco altare maggiore.
Il Castello .
Dell’impianto primitivo è rimasta solo la base del mastici, mentre la parte inferiore della struttura fu innalzata nel '400. Gran parte delle forme attuali, racchiuse le quattro torri cilindriche, risale perciò al XIX secolo, quando il complesso fu ristrutturato dai baroni Campagna; allo
stesso intervento vanno riferite le decorazioni interne, come gli eleganti affreschi trompe-l’oeil nel salone degli Specchi, opera di Ignazio Perricci, e il trittico con Madonna e santi dipinto da Domenico Morelli. Uscendo dalla fortezza, vale la pena di visitare la chiesa di S. Maria Maggiore che racchiude importanti dipinti di scuola napoletana.