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vacanze a catanzaro

Un tempo rinomata per l'artigianato della seta, Catanzaro (Calabria) si presenta oggi come la 'città dei ponti, appellativo derivatole dagli scenografici viadotti che assicurano un veloce accesso al centro abitato. Miti e leggende del suo circondario sono legati alla tradizione letteraria ellenica: una ricostruzione del viaggio di Ulisse accerta, infatti la città dei Feaci con Tiriolo, luogo dove, nei giorni di cielo particolarmente terso, la vista può spaziare dal Tirreno allo Ionio. Anche il risorgimento ha lasciato delle tracce da, queste parti: nel 1860, a Soneria Mannelli, Giuseppe Garibaldi convinse alla resa l'esercito borbonico.
Indimenticabili sono i paesaggi offerti dalla Sila Piccola, con foreste di abeti e faggi sui rilievi, ontani lungo ruscelli, pioppi al margine dei campi, prati punteggiati di violette, narcisi, e ginestre, felci, frutti selvatici all'ombra dei boschi. Una montagna da osservare possibilmente alle prime luci dell'alba, quando dalle ombre lunghe del mattino sporgono scenari naturali che nei secoli si sono mantenuti quasi intatti.

Dell’originario impianto urbano di Catanzaro, con vie strette e accostate, restano poche tracce, scampate ai disastrosi terremoti del 1638 e del 1783 e al profondo rinnovo edilizio del 1870. Ragion per cui anche il centro storico presenta un aspetto piuttosto moderno, con alcuni episodi del tardo ‘800 allineati lungo l’asse principale. Ma antica è la storia della città, fondata dai bizantini tra il IX e il X secolo.

Corso Mazzini
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Il nuovo volto del capoluogo, definito all’indomani dell’Unità d’Italia, ebbe come principale cardine l’asse viario che passa longitudinalmente il nucleo storico. Animato centro della vita cittadina, il corso arriva subito la piazza Garibaldi, sulla quale si presenta la chiesa di S. Giovanni Battista, più volte trasformata. Girando a destra in via Grazia, si arriva all’ex chiesa di S. Omobono: questa, fondata nel XII secolo, è il più antico monumento del capoluogo calabrese, e presenta resti di una decorazione ad archeggiature cieche d’ispirazione normanno-bizantina. Più avanti, il palazzo della Provincia ospita la Gipsoteca Jerace, che ospita alcune opere dello scultore titolare, nativo di polistena. Di fronte alla Prefettura si solleva la chiesa dell’immacolata, totalmente ricostruita nel 1765 e con la facciata modificata alla fine del XIX secolo.

Villa Trieste.
Il giardino pubblico conseguito alla fine del XX secolo in un podere del convento delle Clarisse fu denominato “il paradiso” per l’incantevole vista che esso offre e che permette di abbracciare la Sila Piccola e il mare a Capo Rizzuto. Non lontano dal giardino un tempo detto anche giardino Margherita in onore della regina, si trovano il palazzo Municipale, dell’800, con una facciata che si richiama stilemi rinascimentali, e inoltre la sede del Museo provinciale, che accoglie vari reperti archeologici fra cui un monetiere greco-romano, ceramiche-avorio.
Interessante è anche una raccolta di dipinti, fra i quali vi sono dei paesaggi di Salvador Rosa, una Madonna con Bambino in gloria del Battistello e una Madonna della Ginestra, parte di un polittico di Antonello Saliba.

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