vacanze in umbria
vacanze in umbria
La val Tiberina è un itinerario raffigurato nel segno del paesaggio. Panorami, scorci, fanno da sfondo ai baluginii del Tevere ancora giovane, dando l'impronta al territorio che, risalendo il corso del fiume, unisce Perugia, a Città di Castello. Di quanto il paesaggio liberino abbia sempre esercitato un grande fascino si era già accorto Plinio il Giovane, che volle costruire una delle sue tante residenze a Tibernum Tiferinum, l'odierna Città di Castello.
Natura sovrana, dunque, e atmosfere d'altri tempi si respirano lungo una valle che nel medioevo era distinta in due porzioni ben differenziate: Piani di Sotto, gravitante sii Perugia, dove operarono lungamente i Benedettini, e Piani di Sopra con perno su Sansepolcro e cíttà di Castello. Ancora oggi la valle è divisa tra timbri tra Umbria e Toscana, in estensione con l'accordo tra Chiesa e Stato di Firenze del 1441.
Abbazie, rocche e borghi, fortificati di spiccata origine medievali si inseriscono nella campagna coltivata avendo all'orizzonte i morbidi profili dei colli. Ma è un luogo di limpido aspetto rinascimentale, Città di Catello che all'improvviso suggella il percorso: un gioiello del Cinquecento umbro, nutrito dagli ideali di bellezza dei più grandi artisti del tempo, che si consegna al visitatore con la misurata concordanza delle sue nobili origini.
Natura sovrana, dunque, e atmosfere d'altri tempi si respirano lungo una valle che nel medioevo era distinta in due porzioni ben differenziate: Piani di Sotto, gravitante sii Perugia, dove operarono lungamente i Benedettini, e Piani di Sopra con perno su Sansepolcro e cíttà di Castello. Ancora oggi la valle è divisa tra timbri tra Umbria e Toscana, in estensione con l'accordo tra Chiesa e Stato di Firenze del 1441.
Abbazie, rocche e borghi, fortificati di spiccata origine medievali si inseriscono nella campagna coltivata avendo all'orizzonte i morbidi profili dei colli. Ma è un luogo di limpido aspetto rinascimentale, Città di Catello che all'improvviso suggella il percorso: un gioiello del Cinquecento umbro, nutrito dagli ideali di bellezza dei più grandi artisti del tempo, che si consegna al visitatore con la misurata concordanza delle sue nobili origini.
Il Tevere, tra Perugia e Terni, è da secoli l'elemento unificatore di un territorio in altro modo vario e differenziato. Il suo corso tortuoso fu in passato linea di confine tra i territori etruschi attestati sulla destra del fiume e quelli umbri. Non a caso il toponimo "Tular”, ossia Todi, vuol dire, nelle lingue dei due popoli, proprio 'confine', ruolo che la città svolse come centro politico e culturale di entrambe le comunità. Ugualmente, fu l'asse viario di fondovalle a svolgere dall'antichità funzioni catalizzatrici degli insediamenti e delle attività produttive come documenta la centralità che tuttora svolge rispetto alle attività mercantili e artigianali. Per ritrovare assetti tradizionali è però sufficiente elevare sui rilievi, che a oriente incaricano caratteri montani, mentre a occidente si stemperano in morbide ondulazioni collinari. E un affascinante avvenire di case rurali, eredità della mezzadria e di piccoli borghi non di rado di origine antica. Con un'unica, preziosa, singolarità: la città di Todi prima umbro-etrusca, poi romana e infine meravigliosamente forgiano e i suoi vini medievale, che da sempre domina sui centri minori del medio corso del Tevere. È proprio il ruolo di Todi, assieme alla secolare rivalità con Perugia per il dominio del territorio, ha indicato l'incastellamento ancora presente, che tanto connota, oggi, l’aspetto della porzione di valle racchiusa tra le due contendenti.
Nei monti Martani antichi borghi murati, costruzioni castellane e estesi panorami conducono tra i verdi colli di questo territorio ricco di qualità ambientale. Ancora contenuto dalle sue mura turrite, Gualdo Caltaneo ruota completamente attorno alla mole della fortezza, costruita nell'attuale piazza centrale del 1494~98. La romanica abbazia di S. Felice precede Giano dell’Umbria, in elevata posizione strategica sulla valle del Clitunno; il sito fu rafforzato già in epoca romana e nel medioevo il suo castello fu a lungo controverso tra Todi e Spoleto. La struttura del borgo è ancora quella feudale, protetta attorno alla piazzetta maggiore in cima al colle. Contenuta per lunghi tratti entro le antiche mura, Massa Martana è un particolare borgo con la singolare chiesa a pianta ottagonale della Madonna della Pace. Da qui si possono compiere interessanti escursioni sui monti Martani e all'abbazia Ss. Fidenzio e Terenzio, alzata nel Duecento con materiali romani di reimpiego e dotata di una bella cripta. Non lontana è la chiesa di S. Maria in Pantano, una delle più antiche dell'Umbria, come testimoniano l'abside dell'VIII secolo e alcuni motivi figurativi d’ispirazione longobarda.
Tre milioni circa di anni fa la Valle Umbra era un grande lago, che si distendeva da Sansepolcro a Terni con l'eccezionale superficie di 1800 km2. Gli eventi geologici e l'opera dell'uomo hanno cambiato questa porzione dell'Umbria in uno dei panorami più belli e commemorati d'Italia. I luminosi colli ordinati dai filar' di vite e argentati dagli olivi sono così dal Quattro-Cinquecento, come li pitturarono il Perugino e i maestri del rinascimento, cosparsi di borghi e di case rurali, e affacciati alla pianura resa fertile dalle bonifiche etrusche, romane e tardo-medievalí.
Come uscita da un'opera d'arte, questa campagna ha un'armonia speciale, che rimesta i colori e le forme del paesaggio con una profonda e antica religiosità, nella quale trova le radici più autentiche la solida cultura materiale di questa terra. Il secolare gusto del bello, che si respira nelle piazze e negli ariosi panorami, dà chiarimento dell’eccezionale patrimonio monumentale che si condensa nel giro di poche decine di chilometri, con una ammassamento di capolavori dell'urbanistica e dell'arte che ha pochi eguali in Italia. Assisi, la piazza di Bevagna, i vigneti di Montefalcone e gli olivi di Trevi, l'affascinante e arcaico Clitunno, sono luoghi entrati nel 'mito' del turismo internazionale.
Come uscita da un'opera d'arte, questa campagna ha un'armonia speciale, che rimesta i colori e le forme del paesaggio con una profonda e antica religiosità, nella quale trova le radici più autentiche la solida cultura materiale di questa terra. Il secolare gusto del bello, che si respira nelle piazze e negli ariosi panorami, dà chiarimento dell’eccezionale patrimonio monumentale che si condensa nel giro di poche decine di chilometri, con una ammassamento di capolavori dell'urbanistica e dell'arte che ha pochi eguali in Italia. Assisi, la piazza di Bevagna, i vigneti di Montefalcone e gli olivi di Trevi, l'affascinante e arcaico Clitunno, sono luoghi entrati nel 'mito' del turismo internazionale.
Boschi verdeggianti, gole vertiginose, castelli inafferrabili, fattorie rinforzate; e poi cultura, natura, misticismo, secoli di contese e di arti. Quella di Spoleto e della Valnerina è una storia che merita davvero di essere raccontata. Noti solo per il fascino di Spoleto, centro antico passato indenne attraverso i millenni e risorto a nuova nomea grazie allo spessore della sua vita culturale, ma anche per le caratteristiche del territorio circostante, uno dei più selvaggi che l'Italia centrale conservi eppure, al tempo stesso, uno dei più densi di storia.
La zona di spoleto è tutto, nel sito complesso di monti e di valli, un territorio ricco di eccezionali attrazioni turistiche: dai castelli cambiati in operose aziende agricole, alle abbazie secolari, agli ripidi e verdissimi pendii della Valnerina punteggiati di borghi millenari, fino alle terre di Norcia e di Cascia, enormi nei paesaggi, nelle tradizioni e nella gastronomia.
La valorizzazione della zona trova vigore nell'affermazione della propria coincidenza culturale, che si definisce oggi in funzione di un turismo colto, capace di apprezzarne la bellezza sommessa, ma conosciuti per questo meno evidente e preziosa. Parla invece il linguaggio internazionale, l’affermazione del ruolo turistico di Spoleto, che con il Festival dei Due Mondi è entrata nel novero delle grandi città della cultura e dello spettacolo. Supportata da scenari urbani e imponenti di inusuale fascino.
La zona di spoleto è tutto, nel sito complesso di monti e di valli, un territorio ricco di eccezionali attrazioni turistiche: dai castelli cambiati in operose aziende agricole, alle abbazie secolari, agli ripidi e verdissimi pendii della Valnerina punteggiati di borghi millenari, fino alle terre di Norcia e di Cascia, enormi nei paesaggi, nelle tradizioni e nella gastronomia.
La valorizzazione della zona trova vigore nell'affermazione della propria coincidenza culturale, che si definisce oggi in funzione di un turismo colto, capace di apprezzarne la bellezza sommessa, ma conosciuti per questo meno evidente e preziosa. Parla invece il linguaggio internazionale, l’affermazione del ruolo turistico di Spoleto, che con il Festival dei Due Mondi è entrata nel novero delle grandi città della cultura e dello spettacolo. Supportata da scenari urbani e imponenti di inusuale fascino.