vacanze ad altomonte
Nell'XI secolo, Altomonte (Cosenza), era conosciuta con il toponimo arabo di Brahalla, mentre il nome attuale fu imposto nel 1343 dalla regina Giovanna.
Nella parte alta del paese, che conserva l'impianto medievale e antiche case con portali in pietra, la chiesa di S. Maria della Consolazione è uno tra i più interessanti esempi di architettura angioina in Calabria; nel 1443 passò ai Domenicani, che le unirono un monastero. La facciata ha mantenuto le linee originarie, anche se è stato rifatto il bel rosone a 16 colonnine. All'interno, rimaneggiato in epoca barocca, merita attenzione il sepolcro di Filippo Sanginelo, compiuto tra il 1352 e il 1377.
Tra le preziose opere d’arte raccolte nell'ex convento dei Domenicani, oggi sede del Museo civico, spicca una piccola tavola su fondo oro rappresentante S. Ladislao d’Ungheria.
Degne di nota anche due piccole tavole databili intorno al 1328, forse provenienti da un polittico di Bernardo Daddi, e liti dipinto con storie della Passione del primo '400.
Le antiche Tradizioni, la lingua e i costumi tipici della comunità albanese, arrivata nella seconda metà del XV secolo, sono accuratamente tramandati nella vicina lungro: prova ne sia che la maggiore emergenza del borgo è la Cattedrale di S. Nicola di Mira, di rito greco-ortodosso.
Nella parte alta del paese, che conserva l'impianto medievale e antiche case con portali in pietra, la chiesa di S. Maria della Consolazione è uno tra i più interessanti esempi di architettura angioina in Calabria; nel 1443 passò ai Domenicani, che le unirono un monastero. La facciata ha mantenuto le linee originarie, anche se è stato rifatto il bel rosone a 16 colonnine. All'interno, rimaneggiato in epoca barocca, merita attenzione il sepolcro di Filippo Sanginelo, compiuto tra il 1352 e il 1377.
Tra le preziose opere d’arte raccolte nell'ex convento dei Domenicani, oggi sede del Museo civico, spicca una piccola tavola su fondo oro rappresentante S. Ladislao d’Ungheria.
Degne di nota anche due piccole tavole databili intorno al 1328, forse provenienti da un polittico di Bernardo Daddi, e liti dipinto con storie della Passione del primo '400.
Le antiche Tradizioni, la lingua e i costumi tipici della comunità albanese, arrivata nella seconda metà del XV secolo, sono accuratamente tramandati nella vicina lungro: prova ne sia che la maggiore emergenza del borgo è la Cattedrale di S. Nicola di Mira, di rito greco-ortodosso.