vacanze a livorno
Livorno (Toscana) è un prodotto dell’età moderna. Se il primitvo villaggio di “Livorna” è, infatti, confermato dal 1017, decisivo per lo sviluppo dell’abitato fu la risoluzione dei Medici di creare il nuovo porto del Granducato di Toscana, individuandolo in un punto di mare profondo e non troppo lontano da Pisa.
Furono i primi quattro granduchi a dare una spinta ai lavori di allargamento e di fortificazione del borgo, tra il 1571 e il 1619.
Fu all’altezza delle attese: una sorta di “città ideale” che ancora oggi risplende in parte nei quartieri storici, sebbene i borbandamenti durante la seconda guerra mondiale abbiano originato gravi danni ai quali l’urbanistica contemporanea non ha saputo porre rimedio.
Verso L’Ardenza e Antignano, rimane invece intatto il fascino ottocentesco della Passeggiata lungomare con le ville, i giardini e le strutture ricettive di svago. Il bel viale offre un importante spaccato degli stili residenziali e balneari dell’aristocrazia livornese, che proprio in questo tratto di mare lasciò la moda dei bagni marini.
Piazza Grande si apre al centro dell'impianto urbano rigorosamente ortogonale ideato da Buontalenti. E grande lo era davvero questo spazio destinato a essere il centro della vita civile e religiosa.
Tra le cortine porticate si innalza il Duomo marmoreo, di origine seicentesca.
Con i suoi canali d'ispirazione veneziana, offre ancora scorci di grande suggestione ambientale, che riescono a ricordare quei primi decenni del Seicento quando in questo quartiere teneva l'animazione dei fondali commerciali, che facevano di Livorno uno dei porti mercantili più rilevanti del Mediterraneo. L'edilizia è risolutamente di tono “signorile” e si ispira ad analoghe tipologie portuali olandesi.
Una curiosità sono i Bottini dell'Olio, formati da cui vasto salone nel quale erano contenuti centinaia di serbatoi affittati dai mercanti per conservare l'olio sbarcato dalle navi.
Piazza della Repubblica. Fa da tramite fra città medicea e quella ottocentesca. Sotto scorre il fosso Reale, mentre intorno si dispongono bei palazzi, statue neoclassiche e la Mezza Nuova, tardo-cinquecentesca, attrezzata a parco pubblico.
Nella Livorno ottocentesca, si trovano i musei della città: nella neoclassica villa Maria il Centro di Documentazione e Ricerca Visiva e il Museo Mascagnano; nella villa Henderson, l'importante Museo di Storia naturale; nella villa Mimbelli, il Museo civico -Giovanni Fattori, con alcuni capolavori.
La villa di Albino Cecina doveva essere davvero nota se lo scrittore Rutilio Namaziano decise di citarla nel poema “De reditu suo", scritto nel V secolo d.C. In effetti gli scavi condotti in località San Vincenzino di Cecina hanno riportato alla luce i resti di un grande edificio, forse innalzato nel I secolo e giunto, attraverso successivi ampliamenti, fino al IV - V secolo.
La struttura è apprezzabile per la presenza di terme e per la grande cisterna precisamente conservata, che alimentava un complesso impianto idrico con lastre di ceramica per il filtraggio delle acque. Nella parte produttiva si possono scrutare le vasche di deposito dell'olio di oliva prodotto nella tenuta vicino.
Furono i primi quattro granduchi a dare una spinta ai lavori di allargamento e di fortificazione del borgo, tra il 1571 e il 1619.
Fu all’altezza delle attese: una sorta di “città ideale” che ancora oggi risplende in parte nei quartieri storici, sebbene i borbandamenti durante la seconda guerra mondiale abbiano originato gravi danni ai quali l’urbanistica contemporanea non ha saputo porre rimedio.
Verso L’Ardenza e Antignano, rimane invece intatto il fascino ottocentesco della Passeggiata lungomare con le ville, i giardini e le strutture ricettive di svago. Il bel viale offre un importante spaccato degli stili residenziali e balneari dell’aristocrazia livornese, che proprio in questo tratto di mare lasciò la moda dei bagni marini.
Piazza Grande si apre al centro dell'impianto urbano rigorosamente ortogonale ideato da Buontalenti. E grande lo era davvero questo spazio destinato a essere il centro della vita civile e religiosa.
Tra le cortine porticate si innalza il Duomo marmoreo, di origine seicentesca.
Con i suoi canali d'ispirazione veneziana, offre ancora scorci di grande suggestione ambientale, che riescono a ricordare quei primi decenni del Seicento quando in questo quartiere teneva l'animazione dei fondali commerciali, che facevano di Livorno uno dei porti mercantili più rilevanti del Mediterraneo. L'edilizia è risolutamente di tono “signorile” e si ispira ad analoghe tipologie portuali olandesi.
Una curiosità sono i Bottini dell'Olio, formati da cui vasto salone nel quale erano contenuti centinaia di serbatoi affittati dai mercanti per conservare l'olio sbarcato dalle navi.
Piazza della Repubblica. Fa da tramite fra città medicea e quella ottocentesca. Sotto scorre il fosso Reale, mentre intorno si dispongono bei palazzi, statue neoclassiche e la Mezza Nuova, tardo-cinquecentesca, attrezzata a parco pubblico.
Nella Livorno ottocentesca, si trovano i musei della città: nella neoclassica villa Maria il Centro di Documentazione e Ricerca Visiva e il Museo Mascagnano; nella villa Henderson, l'importante Museo di Storia naturale; nella villa Mimbelli, il Museo civico -Giovanni Fattori, con alcuni capolavori.
La villa di Albino Cecina doveva essere davvero nota se lo scrittore Rutilio Namaziano decise di citarla nel poema “De reditu suo", scritto nel V secolo d.C. In effetti gli scavi condotti in località San Vincenzino di Cecina hanno riportato alla luce i resti di un grande edificio, forse innalzato nel I secolo e giunto, attraverso successivi ampliamenti, fino al IV - V secolo.
La struttura è apprezzabile per la presenza di terme e per la grande cisterna precisamente conservata, che alimentava un complesso impianto idrico con lastre di ceramica per il filtraggio delle acque. Nella parte produttiva si possono scrutare le vasche di deposito dell'olio di oliva prodotto nella tenuta vicino.