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vacanze a otranto

Ad Otranto (Lecce), la punta più orientale d’Italia, s’incontra l’antica Hydruntum, di possibile fondazione cretese e in seguito municipium romano. La cittadina fu per cinque secoli il centro più rilevante del salento detto per lungo tempo Terra d’Otranto base delle spedizioni crociate e piazza d’affari frequentata da mercanti veneziani, eberei, levantini e dalmati. A un simile splendore pose fine l’attacco dei Turchi nel 1480, che invasero l’abitato dopo 15 giorni d’assedio.

La cattedrale dell’Annunziata e il Museo diocesano.
Percorrendo suggestive viuzze lastricate, si giunge al solenne Duomo, riedificato dagli Aragonesi dopo che le orde ottomane destinato a bivacco. Sopra le decorazioni barocche del portale si apre uno stupendo rosone a 16 raggi, squisitamente traforato. L’interno diviso in tre navate da colonne di granito, ha mantenuto il magnifico mosaico pavimentale della costruzione romanica; le sue tessere da calcare sono disposte a riprodurre un enorme albero della vita, sorretto da una coppia di elefanti e unito a una moltitudine di figure allegoriche, volte a rappresentare il cammino della redenzione. li vicino Museo Diocesano contiene una collezione di lapidaria, una pinacoteca e i preziosi frammenti del mosaico tardo-romano ritrovato sotto il pavimento musivo del Duomo.

Il Castello aragonese e le grotte dei Cervi.

in fondo a via del Cenobio Basiliano, si staglia la mole del Castello aragonese, ricostruito dopo la rioccupazione della cittadina (1481): alla fortezza, dominata da tre torri circolari, fu unito nel '500 un poderoso bastione in direzione del porto. Lungo la strada per Santa Cesarea Terme, oltrepassato il promontorio di capo d'Otranto, furono scoperte nel 1970 le grotte dei Cerai, che contengono un patrimonio d'inestimabile valore archeologico: i graffiti con scene di caccia alle pareti risalgono infatti a un periodo compreso tra 1000 e 2000 anni prima di Cristo.

Castro.
La Cattedrale è degna di nota se non altro per una Deposizione attribuibile al maestro di Copertino Gianferio Strafella, ci viene principalmente per visitare le grotte che si aprono lungo le scogliere intorno al villaggio. Arrivando da Otranto, s’incontra per prima la grotta Romanelli, abitata fin dal Paleofitico superiore, come dimostrano i graffiti alle pareti e la lastra di pietra a tinta rossa con figurazioni primitive; vi sono stati ritrovati anche fossili di animali ormai estinti e manufatti in pietra.
Concrezioni dalle forme più strane accompagnano il cammino verso l'ultima sala della caverna, dove un laghetto accoglie un piccolo esemplare di granchio cieco, ultimo esemplare di una specie altrove estinta da oltre 200 mila anni. Di grande interesse è anche una visita alla grotta Rotundella.

Il santuario di S. Maria di Leuca.
Per datarne la prima consacrazione è necessaria ricorrere alla leggenda, che la vuole effettuata da san Pietro. Il santuario odierno, innalzato nel 1990 da papa Giovanni Paolo II al rango di Basilica pontificia minore, data però al 1722; l'immagine della Madonna oggetto di venerazione è copia di un dipinto di Palma il Giovane. Sotto il piazzale del tempio, le acque dell'Adriatico si mescolano con quelle dello Ionio.

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