Questo sito parla di turismo e vacanze in Abruzzo (estate, inverno, primavera, autunno) ... in montagna, al mare, in collina ...



Vacanza in Abruzzo

Vacanze in Abruzzo in estate, in inverno, in primavera ed in autunno


In Abruzzo, la vacanza è possibile farla in tutte e 4 le stagioni: in estate, in inverno, in primvarale ed in autonno; per la quantità e la varietà di attrazioni turistiche (naturali e non) che offre questa regione.

Infatti, in Abruzzo si passa dell’ Appennino al mare in pochi chilometri.

Facile da raggiungere da buona parte d’Italia, è rimasto a lungo discosto, appartato, ma ha finalmente iniziato ad essere riscoperto come merita.

Le spiagge e le scogliere si susseguono sui centotrenta chilometri del litorale adriatico, e sono la più nota attrattiva dell’Abruzzo.

Tradizionalmente frequentate in prevalenza da famiglie, hanno iniziato ad attirare – grazie a porti turistici, infrastrutture sportive, spettacoli – anche un pubblico giovane e internazionale.

Dalle spiagge, al tempo stesso, migliaia di visitatori provenienti dall’Italia e dall’Europa hanno iniziato a spostarsi verso lo splendido entroterra, verso le città d’arte e i centri storici, verso i castelli, le chiese e le abbazie dell’interno.

E a spingersi sui sentieri dei tre Parchi Nazionali, del Parco Regionale, delle decine di Riserve Naturali e di oasi che garantiscono la sopravvivenza di un gran numero di specie animali e vegetali, e che fanno dell’Abruzzo la “regione più verde d’Europa”.

I motivi per visitare l’Abruzzo non finiscono qui.

Gli sciatori di mezza Italia, e ultimamente anche stranieri grazie ai collegamenti internazionali dell’Aeroporto d’Abruzzo, affollano le sue piste innevate.

E mentre i buongustai riscoprono i sapori e i saperi dei suoi prodotti tipici, dei vini e degli olii regionali, chi si occupa del proprio benessere punta sulle acque termali che sgorgano ai piedi della Majella e nei boschi della Val Roveto.

“Forte e gentile”.

Così, per secoli, hanno definito l’Abruzzo gli scrittori e le guide di viaggio.

Per molti abruzzesi, indubbiamente, un’immagine così semplice e schematica può apparire riduttiva. Ma certamente l’estrema sintesi del motto sottende sostanziali verità. È un dato, innanzitutto, che il paesaggio abruzzese sia molto forte: essenziale, incisivo, memorabile.

Non c’è alcun dubbio che siano forti, fortissime immagini dell’Abruzzo quelle offerte dai borghi medievali arroccati sui rilievi, dalle apparizioni improvvise del camoscio, dell’aquila e del lupo negli angoli più solitari dei monti, dai castelli che controllano, oggi come in un lontano passato, le vie di comunicazione attraverso l’Appennino.

Ancora più forti, in ogni momento dell’anno, sono le emozioni offerte da quelle magnifiche montagne – la Majella e il Gran Sasso, il Sirente e la Laga, le vette della Marsica e il Velino – che un abruzzese illustre come Ignazio Silone, introducendo l’edizione 1948 del volume Abruzzo e Molise del Touring Club Italiano, definiva “i personaggi più prepotenti della vita abruzzese”. Le rocce e le nevi dei giganti dell’Appennino si affacciano sui colli, sulle città, perfino sulle spiagge dell’Abruzzo.

Chi cerca il volto sportivo della regione può trovare forti emozioni negli itinerari di trekking, nei canaloni innevati della Majella e del Sirente, sui morbidi pendii erbosi che consentono decolli e atterraggi con il parapendio e il deltaplano. Oppure sulle pareti rocciose e verticali del Gran Sasso dove Francesco de Marchi, nell’ormai lontano 1573, scrisse una delle prime pagine della storia dell’alpinismo europeo. E dove, dalla fine dell’Ottocento ai nostri giorni, generazioni di alpinisti hanno sperimentato il fascino delle “Dolomiti d’Abruzzo”.

Chi preferisce la cultura e la storia troverà altrettanta forza nei centri abitati e nelle necropoli disseminati nel paesaggio abruzzese dai Marsi, dai Sanniti e dai Piceni, e che hanno finalmente iniziato a essere scavati e valorizzati come meritano.

Nei musei compaiono vasi, sculture, eleganti letti decorati in osso.

Ma è la forza delle spade, dei dischi-corazza, degli scudi, a dare l’immagine più vera delle bellicose genti che abitavano l’Abruzzo antico.

Sono forti i profili turriti dei castelli – Santo Stefano di Sessanio, Roccascalegna, Rocca Calascio, Pacentro, Celano – che i secoli bui del Medioevo hanno lasciato in Abruzzo, a guardia dei confini o delle antichissime strade della transumanza e della lana.

Certamente “gentili”, al confronto, sono i dolci profili dei colli, gli affreschi delle chiese medievali, le mille tentazioni offerte dalla gastronomia e dall’enologia regionale, gli effetti benefici delle sorgenti termali, il lungo nastro dorato della spiaggia che segna, per oltre centotrenta chilometri, il confine dell’Abruzzo dalla parte del mare. Sono altrettanto “gentili” i monumenti lasciati sul territorio dell’Abruzzo dalle due sole epoche in cui la regione ha conosciuto la pace.

Ai tempi di Roma antica, accanto a opere gigantesche come i tunnel per lo svuotamento del Fucino, sono state realizzate opere d’arte come i magnifici mosaici di Vasto o di Teramo. Nel Sei e nel Settecento, quando il Regno di Napoli portò nuovamente la pace, nobili e vescovi hanno eretto monumenti “gentili” come i palazzi e le chiese di Teramo, di Penne, di Pescocostanzo, di Lanciano, di Scanno.

Notoriamente gentile, da secoli, è l’accoglienza che gli abruzzesi riservano a chi arriva da lontano.

Accanto alla essenziale cordialità della gente, fanno parte di questo benvenuto festoso i colori delle feste e delle sagre popolari, il cartellone sempre più nutrito degli spettacoli, la proliferazione di mostre e musei.

Sorprendenti e gentili, tra aprile e maggio, sono i profili dei monti ancora ricoperti di neve che fanno da sfondo alle vigne, agli uliveti, ai frutteti e alle coloratissime fioriture delle colline.

Ma l’etichetta di “forte e gentile” va stretta all’Abruzzo del nuovo millennio.

Accanto alla forza e alla gentilezza dei paesaggi, della storia, dei monumenti, dei sapori, la regione sa offrire ai suoi abitanti e ai suoi ospiti un’affascinante sintesi di tradizione e modernità.

Accanto agli integri paesaggi dei parchi – cosa è più “tradizionale” della natura selvaggia? – ecco le tecnologie d’avanguardia impegnate nei molti centri di ricerca scientifica e di eccellenza tecnologica della regione, ecco le sofisticate metodologie di gestione ambientale elaborate nel grande “laboratorio sperimentale di biodiversità” che è l’Abruzzo dei Parchi.

Di fianco al rassicurante, familiare abbraccio delle spiagge, ecco i porti turistici, le piscine, i parchi acquatici e le innumerevoli strutture ricettive, sportive e ricreative che il litorale abruzzese mette a disposizione dei vacanzieri più attivi.

Accanto alle citazioni letterarie – Gabriele d’Annunzio fa continui riferimenti al litorale pescarese e non solo, Ignazio Silone è più attento alle montagne e agli eremi dell’interno, Dacia Maraini celebra da qualche anno i boschi di Pescasseroli e della valle del Sangro – compaiono con sempre maggiore frequenza le opere dei giovani scrittori, musicisti e registi oggi attivi in Abruzzo.

Insieme alla puntigliosa difesa degli antichi sapori, ha un ruolo importante la ricerca, che ha portato alla altissima qualità dei vini, degli olii d’oliva, dei formaggi e dei salumi, e in genere delle produzioni tipiche della regione.

A pochi chilometri dalle valli più isolate e selvagge, dove è possibile muoversi a tu per tu con la natura lungo i sentieri o sugli sci da alpinismo o da fondo, ecco la tecnologia e il comfort delle attrezzatissime stazioni invernali, che sono a disposizione dello sciatore su tutti i massicci della regione.

Da qualche anno, finalmente, un’editoria sempre più attenta consente a chi vuole scoprire o riscoprire l’Abruzzo di accostarsi con tutte le informazioni necessarie alle opere d’arte, alla storia, alla natura, alla gastronomia o ai sentieri.

Accanto ai parchi e alle spiagge, ai monumenti medievali e alla neve, che spingono oggi verso l’Abruzzo la maggioranza dei suoi visitatori, svolgono un ruolo sempre più attivo anche le attrattive della gastronomia, dell’artigianato e delle stazioni termali, dei luoghi di pellegrinaggio e delle mete per il turismo giovanile e sportivo.

A tutti, che siano neofiti o vecchi amici e conoscitori dell’Abruzzo, va l’invito di continuare a esplorare le mille attrattive di questa terra insieme antica e moderna, silenziosa e allegra, che le strade, le ferrovie e gli aerei rendono a portata di mano da ogni parte d’Italia.


Vacanze in Inverno

In inverno in Abruzzo, grazie alle abbondanti nevicate, è possibile fare le vacanze scegliendo le numerose possibilità che offrono gli sport invernali.

Sport invernali che non significa soltanto dire sci da discesa: il fondo, lo snow-board, lo sci-alpinismo, lo snow-rafting, lo slittino, il telemark trovano, sulle nevi abruzzesi, ognuno un proprio ambiente ideale, in assoluta sicurezza.

Affascinanti e suggestivi, ad esempio, sono i mille percorsi per il fondo. Negli anelli all’interno del secolare bosco di S. Antonio a Pescocostanzo, o in quelli che si snodano fra le faggete del Parco Nazionale d’Abruzzo, lo spettacolo di cui gode l’appassionato è impagabile.

E se il fondo lo si vuole praticare lontano dalle piste battute, sulla neve immacolata, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Splendidi itinerari sono offerti un po’ da tutte le montagne e le valli d’Abruzzo; fra queste, spiccano l’altopiano di Campo Imperatore, le rive del lago di Campotosto, o gli ampi pendii attraverso le fitte faggete della valle di Chiarano.

Anche gli appassionati dello sleddog, la corsa con le slitte trainate da mute di cani, non hanno difficoltà a praticare il loro sport preferito.

L’energia degli husky può essere liberata negli ambienti che rievocano il Grande Nord, ma con la calda luce mediterranea degli altipiani abruzzesi.

Nella piatta vastità che si troverà a percorrere, il conduttore della slitta non potrà che rimanere incantato di fronte allo spettacolo offerto dalle guglie innevate del Corno Grande a Campo Imperatore, o dalla dolcezza dei rilievi che fanno da corona al Piano delle Cinque miglia. E poi sci-alpinismo sulle pareti del Gran Sasso o sull’ampio terrazzo della Majella, con vista sul mare o sulle altre cime; snowboard sulle piste dell’Aremogna di Roccaraso, di Ovindoli sul Velino, di Passo Lanciano, di Prati di Tivo o delle innumerevoli altre stazioni sciistiche.

Ovunque, in Abruzzo, l’amante della neve potrà soddisfare la sua passione o imparare nuovi modi per godersela, senza problemi.

A risolverli penseranno le numerose scuole e i preparati maestri di sci, le ottime guide alpine e accompagnatori di media montagna, le numerose e vivaci associazioni che raggruppano gli “aficionados” entusiasti delle novità più di moda, e infine un efficiente Soccorso Alpino, comprovatamente capace di ogni tipo di intervento.

Nessun problema anche se non si dispone dell’attrezzatura necessaria o si vuole “assaggiare” il sapore degli sport invernali prima di attrezzarsi di tutto punto: una fitta rete di noleggi mette ogni turista in condizioni di cimentarsi ben equipaggiato con le nevi d’Abruzzo, mentre bar e ristoranti che si affacciano direttamente sulle piste danno la possibilità di rilassarsi, magari prendendo un po’ di tintarella al sole invernale.

L’inverno in Abruzzo sa rendersi speciale, ed anche il turista più distratto non potrà non accorgersene. In questa stagione i paesi della montagna abruzzese, distanti al massimo pochi chilometri dalle piste, assumono un aspetto fiabesco: innevati come presepi, fanno vivere in un’atmosfera magica chi vi si trovi a soggiornare.


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