vacanze a macerata

Macerata (Marche) ha come simbolo della città lo Sferisterio, costruito nell'Ottocento per accogliere le sfide di "pallone col bracciale”, oggi riconvertito in palcoscenico per gli spettacoli e i concerti, molto attesi quelli della stagione lirica.
A limitare Macerata furono i profughi di Helvia Ricinia, distrutta al suolo nel 408 dai Visigoti.
Le mura quattro-cinquecentesche accerchiano il centro storico, intorno a1 quale corrono gli ampi e panoramici viali di circonvallazione; è sistemato su ampie piazze e belle strade signorili, che mantengono le atmosfere dell’innovazione edilizia manieristica e barocca.
Piazza della Libertà è il salotto monumentale della città, dai quale si irradiano le vie principali. Vi presentano il palazzo dei Priori, oggi Municipio, di origini seicentesche, e l'elegante Loggia dei Mercanti, in stile rinascimentale toscano; vicino è il palazzo della Prefettura, già residenza dei legati pontifici, innalzato nel XVI secolo su preesistenze. Sul lato opposto si alza la torre dell'Orologio. Presso la chiesa seicentesca di Paolo si trova l'Università, creata da papa Paolo III su uno Studium attivo dalla fine del Duecento.

I Musei civici, collocati nel seicentesco ex Collegio dei Gesuiti, in corso della Repubblica, comprendono una sezione archeologica con reperti e documenti sulla storia della città.
La Pinacoteca raccoglie opere di Federico Barocci, Sassoferrato e Carlo Crivelli, oltre a dipinti di odierni tra cui figurano Bruno Cassinari e Domenico Cantatore. Meritano attenzione anche due raccolte a latere: il Museo delle Carrozze, con oggetti di diverse epoche, e il Museo regionale del Risorgimento e della Resistenza.

Il Duomo e la Madonna della Misericordia è una quattrocentesco nella struttura ma rifatto completamente tra il 1771 e il 1790, mantiene opere dei Sei-Settecento. Sulla stessa piazza si trova il santuario della Madonna della Misericordia con ricchi interni di Luigi Vanvitelli. L'immagine della Madonna della Misericordia, oggetto di grande venerazione, risale invece al tardo Quattrocento.

Lo Sferisterio è ispirato alle architetture palladiane e innalzato per il gioco del “pallone al bracciale" da Ireneo Aleandri tra il 1820 e il 1829, ha una capacità di 7000 spettatori e un campo di 90 x 36 metri. Già negli anni venti dei Novecento fu adoperato con palcoscenico per circhi, giostre e opere liriche. Accanto allo Sferisterio si apre la porta Picena, oltre la quale si arriva la pregevole chiesa bramantesca di S. Maria delle Vergini, conseguita a metà del Cinquecento e custode di un'Epifania del Tintoretto.

L'abbazia di Chiaravalle di Fiastra fu fondata dai Cistercensi di Chiaravalle nel 1142, fu al centro di un rilevante intervento di bonifica, conservando fino al Quattrocento un ruolo di assoluta rilevanza territoriale e religiosa. Annientata nel 1422 da Braccio di Montone, cadde in rovina ed entrò a far parte, nel 1581, dei possessi dei Gesuiti, che la tennero fino ai 1773.
Comprata dai marchesi Bandini, fu usata a residenza privata, prima recuperare la destinazione d'origine. Tipicamente cistercense è la chiesa, anticipata da pronao e con luminoso interno, dove rimangono brani della decorazione pittorica trequattrocentesca.
Il monastero si articola attorno al chiostro del XV secolo e ha il refettorio sostenuto da sette colonne romane provenienti dalle rovine di Urbs Salvia.
La Riserva naturale Abbadia di Fiastra conserva l'abbazia e i boschi vicini, con percorsi didattici e naturalistici, equipaggiati anche per le biciclette e i cavalli. Contiene, tra l'altro, un Museo naturalistico e un Museo della Civiltà contadina, che illustra l'opera dei monaci nella valorizzazione agraria.