vacanze a fabriano

Fabriano (Ancona) già nel medioevo era abitata e governata da un'affermata borghesia che aveva nei commerci, nella produzione della Girta e nella trasformazione di ferro, lana e pelli i suoi punti di forza. La nota produzione della carta hanno fatto le fortune di Fabriano dalla fine dei Settecento.

Piazza dei Comune ha la forma di un triangolo e da sempre riproduce lo spazio di unione della vita civile e sociale della città. Ne è fulcro visivo e monumentale il palazzo del Podestà, innalzato nel 1255 in splendide forme medievali, tanto da essere tra i più preziosi esempi di architettura civile della regione. Ha di fronte la fontana Sturinalto, nome singolare per indicare olio l'acqua esce verso l'alto, conseguita nel 1255. In posizione più avanzata si trova il loggiato di S. Francesco, costruito nel '600 e oggi “passeggio coperto" della città, di fianco al quale si apre l'ingresso dei Grande Museo, eclettica raccolta dotata di una ricchissima sezione, unica in tutta Europa, sui personaggi cinematografici e le maschere horror.
Vicicno sorge il Palazzo comunale, innalzato nel Tre-Quattrocento e ripensato nel 1690. il suo cortile dà accessibilità all'interessante teatro Gentile, ottocentesco, mentre di fronte si trovano il Palazzo vescovile, costruito in due fasi nel XVI e XVIII secolo, e la torre dell'orologio.

Piazza Umberto I i trova vicino a piazza del Comune, ne condivide le funzioni urbane e con essa forni, il salotto della città. Gli edifici che la limitano sotto infatti tra i più rappresentativi: l'ex ospedale di S. Maria del Buon Gesù, innalzato a metà '400 e oggi sede della importante Pinacoteca civica; il Duomo di S. Venanzio, con abside trecentesca, affreschi contemporanei di Allegretto Nuzi e Crocifissione di Orazio Gentileschi.

La Pinacoteca civica ospita una raccolta d'arte, incardinata su opere dei secoli XIV¬XVII. Punti  di forza della collezione sono i dipinti di scuola fabrianese ispirata all'arte gotica cortese. Se del grande maestro Gentile da Fabriano nulla rimane, dopo le spoliazioni napoleoniche, staccano i lavori di Allegretto Nuzi, che fu a capo di una florida bottega  pittorica in città. Antonio da Fabriano rappresentante del Quattrocento locale, è illustrato dall'affresco con Madonna e santi e dalla Dormitio Virginis.

La manifattura più nota di Fabriano è raccontata, nell'ex convento di S. Domenico, dal Museo della Carta della Filigrana, offerto ai processi di lavorazione dei due materiali e alla lunga storia ha portato una città ai vertici della produzione mondiale. L'ex chiesa, indirizzata a spazio espositivo, mantiene tracce di affreschi della scuola di Nuzi.