vacanze a pistoia

Pistoia (Toscana), con il suo centro storico contenuto entro le mura trecentesche, regala momenti di singolare qualità architettonica, con le possenti espressioni di un romanico tanto imponente quanto raffinato, accompagnate da preziose realizzazioni d'epoca gotica e rinascimentale.
Se il cuore civile e religioso della città ha il volto in stile del medioevo, i quartieri esterni alle mura offrono invece diversi spunti d’interesse per l'architettura e l'arte moderna, riproducete la prima dalle realizzazioni del pistoiese Giovanni.Alichelticci, la seconda dall'interessante Collezione Gori nella villa di Celle, dove figurano alcuni trai più grandi artisti contemporanei internazionali e italiani.
Il variegato panorama culturale è documentano di una creatività che trova riscontro nei tanti insediamenti industriali sorti attorno alla città e lungo il solco della Val Valdinievole, per secoli inospitale dominio di paludi e acquitrini, oggi polo imprenditoriale comparabile per vivacità ai più energici distretti del Nord-Est d'Italia. A questo patrimonio d'arte e di storia vanno uniti il termalismo un po' mondano di Montecatini e i divertimenti infantili del parco di Pinocchio a Collodi, luogo caro ai bambini.

A Piazza del Duomo, insieme alla Cattedrale, vi si raccolgono le altre strutture religiose e civili, a comporre un attraente insieme architettonico intaccato solo dall'edilizia novecentesca del lato settentrionale. Più che millenario, secondo la tradizione, il mercato in programma il mercoledì e il sabato, che si vuole istituito da un decreto imperiale del 998.

Il Duomo ha origini anteriori al Mille vanta anche la Cattedrale, rifatta in stile romanico a cavallo dei secoli XII-XIII; posteriori sono il portico in facciata, innalzato fra Tre e Quattrocento, la decorazione della volta e la limetta in terracotta invetriata, opera di Andrea della Robbia, non soltanto la cinquecentesca cuspide del bel campanile, alto 67 metri. Tre le navate, scandite da poderose colonne con capitelli riccamente decorati; l'argenteo dossale di S. Jacopo, conservato all'interno della cappella omonima, è un vero capolavoro d'oreficeria gotica, ma non va dimenticata la Madonna in trono tra i Ss. Giovanni Battista e Zeno, operata da Lorenzo di Credi.
Battistero, di recente restauro,  ha reso pieno splendore all'edificio, iniziato da Cellino di Nese nel 1337 e portato a compimento due secoli più tardi, epoca cui va riferito quel portale in legno che, assieme ai capitelli dell'ingresso principale, ai bassorilievi dell'architrave e alla cuspide con rosone gotico, coopera a definire l'eccezionale armonia della costruzione. Più antico dell'edificio è il fonte battesimale, opera di Lanfranco da Como.

Nell’ Antico palazzo dei Vescovi, posta a destra del Duomo, due sono le istituzioni collocate: il Percorso archeologico attrezzato illustra le origini di Pistoia, mentre il Museo capitolare di S. Zeno conserva il Tesoro dell'Opera di S. Jacopo, con il pezzo più prezioso nel reliquiario uscito dalla bottega di Lorenzo Ghiberti.

Palazzo del Comune, da sette secoli è la sede municipale: la posa della prima pietra risale infatti al 1294, anche se la configurazione del volume definitivo sarebbe iniziata soltanto nel 1348 e per gli ultimi ritocchi si sarebbe dovuto attende-re il 1637. Due ordini di finestre gotiche scandiscono la bella facciata in pietra serena, decorata al centro dall'arme medicea con il simbolo di Leone X.
Il Museo civico, preparato all'interno dell'edificio, raccoglie dipinti e sculture dei secoli XIII-XX. Tra le opere di maggiore rilievo: S. Francesco, storie della sua vita e miracoli fatto nel Trecento da un ignoto pittore lucchese; Compianto su Cristo inizio secolo XIV, un polittico del Maestro del e una preziosa raccolta di tavole cinquecentesche.
A sinistra del palazzo, la torre di Catilina sorge sul sito tradizionalmente identificato con il sepolcro del congiurato, caduto in battaglia nel 62 a.C.

S. Andrea è il prototipo del romanico pistoiese, costruito nella seconda metà del secolo XII su disegno riferito al tedesco Maestro Buono. La facciata, a cinque arcate con colonne e rombi incavati, si deve però a Gruamonte, autore anche dell'architrave istoriata con Cavalcata e Adorazione dei Magi. All'interno, una slanciata successione di archi e colonne assicura degna cornice al mirabile pergamo di Giovanni Pisano, retto da sette colonne di porfido: insolita la drammaticità delle scene a tema biblico scolpite sugli specchi e sugli spigoli della cassa.

A S. Giovanni Fuorcivitas si entra dal fianco sinistro, ornato di un architrave con bassorilievo di Gruamante, in questa chiesa esaminata la massima espressione del romanico locale, anche se l'abside fu portata a termine da maestranze coinacine. La splendida acquasantiera in mezzo alla navata, scolpita con le Virtù cardinali e teologali, è un'opera giovanile di Giovanni Pisano; parimenti notevoli il pulpilo di fra' Guglielmo da Pisa e il gruppo in terracotta invetriata della Visitazione, eseguito nel 1445 da Luca della Robbia. che per le tante industrie calzaturiere.
Proprio il santuario è da esaminare l'emergenza di maggiore rilievo della cittadina, se non altro per gli affreschi delle 15 lunette  sotto le logge, opera di Giovanni da San Giovanni, e per il Crocifisso in avorio assegnato al Giambologna in mostra nell'attiguo Museo. Una deviazione di pochi km autorizza di visitare Monsummano Alto, insediamento medievale ormai in rovina ma ricco di scorci particolari, come la romanica pieve di S. Niccolò.