vacanze ad assisi

Assisi (Perugia) era una centro urbano già a partire dal tardo Eneolitico, abbraccia l'età del Bronzo e continua fino all'epoca ellenistica. cui risale l'impostazione su terrazze della struttura urbana. Questo impianto fu riadoperato dal Comune ghibellino (XII secolo) sotto il quale la vita della città si ordinò attorno a piazza del Mercato. La realizzazione, nel corso del Duecento, degli edifici francescani mutò le gerarchie degli spazi urbani e assicurò all'abitato un lungo periodo di benessere, con conseguenti rinnovamenti edilizie e un espressivo allargamento della cinta muraria, giunta alle dimensioni odierne nel 1316.
Dopo gli interventi di ripristino novecenteschi, Assisi è oggi un modello superbo integro di centro medievale, in posizione straordinario sulle pendici del Subasio.
L’immagine della città non può tuttavia essere separata dal ruolo spirituale e religioso che riveste da secoli, messaggera nei mondo del rivoluzionario ideale francescano di pace e di fratellanza tra i popoli: un impegno che ogni anno si rifà nella Marcia della pace, l'immenso corteo di genti diverse per etnia, religione e cultura, di ogni nazione, allegoricamente allacciate tra la 'città di Francesco, e Perugia .

La Basilica di S. Francesco fu iniziata due anni, dopo la morte del santo (1226), destinata a divenire un riferimento architettonico e spirituale per tutta la cristianità: alla guida dei lavori è il successore di Francesco, frate Elia, che affida la posa della prima pietra a papa Gregorio IX.
Risiede nella sovrapposizione di due chiese, testimoni di differenti fasi produttive, la nota caratteristica dell'insieme architettonico, che anche rivela un'interessante caratteristica nel duplice ordine di archi alzato alle spalle del tempio per difendere il lato rivolto verso valle.
Nel 1230 il corpo del salto fu traslato nella Chiesa inferiore; 23 anni più tardi Innocenzo IV consacrò il complesso, portato a compimento nel1367 e da allora rimasto essenzialmente inalterato fino al terremoto dei 26 settembre1997, che annientò due affreschi di Cimabue forse di Giotto giovane nella Chiesa inferiore, La facciata, gotica, è spezzata !Alle sue severe linee solo dal portale gemino e dalla magnifica doppia rosa; alla sua sinistra si alza il campanile, di forme romanico-ombre, monco della cuspide nel 1530. L'apparato di affreschi che orna la lue chiese fu conseguito dalle maggiori personalità artistiche del tempo, che conseguirono il più grandioso complesso pittore del Due-Trecento.

Attraverso un altro portale gemino aperto sul fianco sinistro si entra alla Chiesa inferiore, con l'unica navata divisa in cinque campate e il pavimento inclinato verso l'altare maggiore.
Alle pareti, la decorazione pittorica più antica della Basilica, fatta attorno al 1253 da un artista indicato come il Maestro di S. Francesco, è andata in parte perduta dopo l'apertura delle cappelle laterali: ne rimangono le storie di e le storie di S. Francesco.
Le due scale a metà della navata scendono nella cripta, al cui interno in scoperto nel 1818 il corpo del santo, custodito nell'urna di pietra posta sopra l'altare. Risaliti in navata, si osservano le cappelle laterali: la 3 destra presenta affreschi di Giotto e aiutanti, ai quali sono parimenti riferiti i magnifici cicli pittorici sulle volte e della crociera destra, dove la Madonna col Bambino in trono, quattro angeli, S. Francesco rappresenta l'unica vestigia della decorazione precedente, opera di Cimabue.
Sono invece assegnati a Simone Martini i cinque santi sulla parete di fondo dai quali lo sguardo si sposta nel braccio sinistro della crociera, decorato da affreschi eseguiti nel 1315-20 da Pietro Lorenzetti e aiutanti; quasi nello stesso periodo Simone Martini affrescò i cicli della cappella sinistra, vero capolavoro di grazia e misticismo.

Dalla penombra della Chiesa inferiore si passa alla luce e allo slancio verticale della navata superiore, che si ispira alle cattedrali gotiche francesi.
La illuminano la rosa, i finestroni delle campate e le grandi vetrate absidali. S’inizia la visita dal transetto, con affreschi deperiti di Cimabue e del Maestro Oltre-montano.
Un'occhiata ai 102 magnifici stalli in legno del coro, opera del marchigiano Domenico Indivini, prima di animirare i cicli pittorici lungo le pareti della navata: quelli in alto si devono ad artisti della cerchia di Cimabue, mentre i 28 eccezionali dipinti della vita di S. Francesco furono conseguiti sotto la supervisiono, di Giotto, divenendo modello indiscusso di tutta le successive raffigurazioni della vita del santo. Dalla terrazza alle spalle dell'abside si entra al Museo-Tesoro, contenente dipinti, notevoli lavori d'oreficeria francese del Duecento e preziosi manufatti tessili. L'adiacente Collezione Pérkins contiene opere fiorentine e senesi del Tre-Cinquecento.

Via S. Francesco è una strada 'superba' che si snoda dalla Basilica francescana alla piazza del Comune tra i più monumentali i palazzi di Assisi. Lo scenario è molto spettacolare: merita un'attenzione particolare l'oratorio dei Pellegrini, con begli affreschi del XV secolo, e il portico del Monte Frumentario, appartenuto all'ospedale 1267.
in palazzo Vallemani ha sede la pinacoteca comunale, con affreschi cavallereschi di fine '200 e opere della bottega di Giotto dei Maestro Espressionista di S. Chiara. di Ottaviano, di Nelli e dell'Alunno.

La planimetria del sagrato si S. Rufino fa sembrare più grande di quanto veramente sia il Duomo di Assisi, di costituzione alto-medievale ma riedificato nelle forme odierno a partire dal1140.
È considerato il capolavoro del romanico umbro la facciata, suddivisa in tre fasce da decorazioni geometriche e ornamentali: la fiancheggia, sulla sinistra, il tozzo e squadrato campanile, sistemato su una cisterna romana del II secolo a.C. L'interno, ripetuto nel 1571 da Galeazzo Alessi, contiene nell'abside un prezioso coro ligneo intagliato da Giovanni di Piergiacomo.
Destra della chiesa, il Museo della Cattedrale raccoglie arredi sacri e dipinti: tra questi ultimi, meritano caratteristico attenzione la Deposizione di Puccio Capanna e un trittico dell'Alunno, datato 1470.

Da una parte la Basilica di S. Francesco, dal capo opposto quella di S. Chiara: Assisi si comprende tutta entro questi due poli a voler esprimere nella struttura urbana il suo destino di centro della spiritualità cristiana. La chiesa di S. Chiara, costruita nel 1265, presenta un’elegante facciata in calcare rosa e bianco con pregiata facciata rosa a due giri, cui conferiscono ulteriore slancio i tre parchi rampanti sul fianco sinistro, aggiunti alla fine trecento. All’interno, preziose opere d'arte: nell'abside, il pianta poligonale, è ordinato un Crocifisso su tavola dell'anonimo Maestro della Santa Chiara, autore anche della stupenda tavola con S. Chiara otto storie della sua vita del transetto destro; la cappella di S. Giorgio contiene invece, oltre a un bel affresco di Puccio Capanna, il Crocifisso che avrebbe parlato a sari Francesco.

Nella parte bassa di Assisi, l’enorme basilica di S. Maria degli Angeli innalzata su progetto dell’Alessi contiene la minuscola cappella della Porziuncola dove abitò a partire dal 1205 san Francesco: una semplice Costruzione rettangolare decorata da affreschi dei XIV-XV secolo, allora immersa in uno scenario boschivo. Dietro alla Porziuncola, sulla destra, si apre la cappella del Transito, nella qua¬le Francesco morì, ingioiellata da affreschi dello Spagna e da una terracotta smaltata di Andrea della Robbia, cui si deve anche il bellissimo dossale ordinato nella cripta; più a destra è l'ingresso del roseto, altro luogo legato alla vita del santo, cui guarda l'omonima cappella. Alla basilica è anche annesso il Museo con opere d'arte sacra e oggetti liturgici: risalta un Crocifisso su tavola a firma di Giunta Pisano.

Il convento di S. Domiano, immerso tra gli olivi, conserva tante memorie legate ai francescanesimo primitivo. Fu qui che nel 1205 il Crocifisso (ora in S. Chiara) chiese a Francesco di riparare la casa del Signore; tra queste pareti in accolta Chiara con le sue compagne nel 1212; e in una di queste celle Francesco compose il cantico delle Creature.
Altri momenti della vita dei due santi si svolsero tra le antiche pietre di questo complesso e alcune opere d'arte raccontano ai visitatori. Ancora più forte è l’influenza dell'eremo delle Carceri, nascosto entro la sfavillante selva dove Francesco e i compagni si ritiravano a pregare.
Il convento e la chiesetta furono innalzati 'lei XV secolo da san Bernardino da Siena, in sostituzione dell'oratorio primitivo, non lontano dal quale, tra i lecci, si schiudevano le grotte degli eremiti: quella di Francesco accoglie il letto di pietra e il sasso su cui il santo meditava; all'esterno, un affresco ricorda la predica degli uccelli, una delle più dolci storie francescane. Dall'eremo, parte la stupenda strada che penetra nel Parco del Monte Subasio, di grande interesse naturalistico tra cui i boschi secolari, sia per gli antichi stanziamenti religiosi, sia infine per la qualità dei piccoli nuclei abitati.