vacanze a selinunte

Selinunte (Trapani) raggiunse fasti inusuali, durante il periodo della colonizzazione greca, per una città dell'epoca, anche se la sua storia si discusse sempre all'ombra di potenze più grandi. Fondata da coloni della vicina Megara Hyblaea nella seconda metà del VII secolo a.C., la città si unì prima con Cartagine e poi con Siracusa, dopo oltre due secoli di floridezza fu annientata da Segesta.
Distrutta totalmente al suolo da Roma dopo la prima guerra punita, conobbe un progressivo e inesorabile decadimento, tanto che nel medioevo se ne perse anche la memoria. Riscoperta e scavata nel XIX secolo, offre panorami di grande suggestione.

Scavi recenti hanno riportato alla luce resti dell'abitato e del reticolo viario, anche se l'area, dopo la disfatta subita da Segesta, venne reimpiegata come necropoli. L’acropoli, cinta di mura riconducibile tra il VI e il V secolo a.C. protesa sul mare in uno scenario di grande fascino, conserva due porte antiche e due strade - ortogonali che suddividono la zona murata in quattro quartieri. Vi restano, oltre alle fondazioni diversi edifici pubblici, cinque templi, oggi indicati con le lettere dell'alfabeto, il più noto e il più antico e il tempio C, risalente, alla metà del VI secolo a.C., fu forse intitolato ad Apollo.
Verso il mare, il tempio B è di età ellenistica, mentre gli edifici A ed O, in tutto simili, vengono oggi interpretati come templi gemelli intitolati a Castore, e Polluce.

I templi orientali erano tre in origine. Sorgevano all’interno di un antico recinto sacro. Il tempio di Zeus con i suoi 110 metri x 50 di pianta, cominciato alla metà del Vi secolo a.C. e mai compiuto, è uno dei più grandi edifici conosciuti dell’antichità classica.
Non ricostruito, presenta una sola colonna in piedi, alta 16 metri. Poco lontano il tempio F, contemporaneo al precedente, era intitolato aldAthena. Infine il tempio E, più tardo è in stile dorico e dopo una discussa ricostruzione partecipa oggi a suggerire una pur vaga idea di come dovesse sorgere Selinunte ai tempi del suo più grande splendore.

Il santuario della Malophoros è un complesso intitolato a Demetra, dea della fertilità e delle messi, che sopravvisse nell'uso alla demolizione della città, continuando a essere oggetto di pellegrinaggi nei secoli.