vacanze a chieti

Chieti (Abruzzo) è l'erede dell'antica Teate si affaccia dalle colline sulla destra del fiume Pescara, rispettosa nell'impianto delle memorie romane e ricca nell'aspetto di resti medievali, ma anche allungata allo sviluppo che l'industrializzazione sostiene dagli anni sessanta del '900. Grandi panorami superano oltre lo sfumare delle colline fino alle acque dell'Adriatico e ai profili severi dei Gran Sasso d'Italia e della Maiella.

Quante disavventura per il duomo teatino, dedicato a S. Giustino. Fondata nell’alto medioevo, la chiesa fu riedificata la prima volta nell’840 e una seconda volta nell’XI secolo, quindi ancora rifatta nel ‘300 e ancora riutilizzata fino al XVIII secolo. L’attuale facciata e il fianco destro vennero conseguiti tra il 1920 e il 1936 traendo ispirazione da quanto rimasto dell’edificio trecentesco, autorizzando anche di riportare alla luce i cicli pittorici dei secoli XII-XIII nella cripta, romanica. Davanti al prospetto frontale si alza il possente ed elegante campanile con i bellissime bifore a doppia colonnina.

La Pinacoteca Costantino Barbella è sistemata nel settecentesco palazzo Martinetti-Bianchi, ospita opere di pittura e scultura dal '300 ai giorni nostri, tra le quali si segnalano un affresco senese del XIV secolo, un Santo martire fran¬cescano assegnato all'artista cinquecentesco Francesco da Montereale e due tavole ascritte al Maestro dei polittici crivelleschi, nonché alcune opere di artisti locali dei secoli XVII-XVIII.
Senza dimenticare la raccolta di bozzetti dello scultore cui è intitolata l'istituzione, l'autoritratto in bronzo del maestro partenopeo Vincenzo Gemito, le tele di Francesco Paolo Michetti.

Da vedere anche i tempietti romani. Si tratta di tre piccoli edifici riferibili al I secolo d.C., con resti di realizzazioni più antiche nelle cripte; durante il medioevo, due dei templi furono modificati in chiese cristiane, abolite nel 1934 per concedere i lavori di restauro. Seguendo l'animato corso Merrucino e via Zecca, si arriva ai resti del teatro romano comprendenti un grande settore dei fianco sinistro della cavea.

Il Museo archeologico nazionale ha sede tra il verde della Villa comunale e raccoglie materiali originari dagli scavi condotti in vari siti abruzzesi. Tra tutti spicca la bellissima statua italica dei guerriero di Gapestrano (VI secolo a.C.), dalle forme ancora arcaiche, non va inoltre trascurata l'importante documentazione relativa alle tombe protostoriche, incluse due stele fenicie.
Di età romana sono i reperti provenienti da Foruli eAlba Fucens, tra i quali primeggia una statua colossale di Ercole, copia di un originale lisippeo. Una sala è assegnata alla raccolta Pansa, specchio del collezionismo archeologico in voga tra 1'800 e i primi decenni del XX secolo, con bronzetti, oggetti di uso quotidiano, gioielli, vetri e avori. La sezione numismatica presenta un migliaio di monete, che vanno dal IV secolo a.C. all’800.