Vacanze a Brescia

Brescia (Lombardia) è la seconda città della Lombardia, sia per numero di abitanti, che per rilevanza economica. Ma nella sua lunga storia. Brescia ha ricoperto un ruolo rilevante anche in canapo artistico e culturale. A tale dinamismo hanno concorso la favorevole posizione geografica, sulla strada che unifica Milano a Venezia, e le miniere di ferro della vicina Valcamonica, che hanno assicurato fin dall'epoca romana il fiorire dell'attività metallurgica. Accanto a questa, si è sviluppato.

Nel corso del Novecento, un comparto industriale assai diverso, cui fa riscontro un avanzato settore terziario: prospero è anche il settore primario, favorito dalla fertilità del terreno e dalle imponenti opere di incanalamento, avviate nel medioevo per spinta degli ordini monastici.

Ville e palazzi signorili ingemmano perciò i centri del circondario, mentre la città, che può vantare un reddito pro capite tra i più alti del nostro paese, nasconde dietro i segni della sua forte crescita economica un patrimonio monumentale che permette di ripercorrerne l'intera evoluzione storica, dalla romana Brixia ai giorni del libero Comune (1120), dalle signorie scaligera (1331) e viscontea (1337) fino al passaggio sotto la sovranità veneziana, deciso nel 1428 dalla pace di Ferrara.

A quest'ultima fase storica risalgono le maggiori vestigia artistiche della città, testimoni di una scuola che abbinò le tradizioni del rinascimento locale con le influenze della Serenissima, esprimendo pittori quali il Romanino, il Moretto e il Savoldo, sul piano urbanistico, l'intervento più indicativo di tale epoca fu la realizzazione della piazza Nuova (l'odierna piazza della Loggia), al cui disegno presero parte anche Andrea Palladio e il Sansovino.

Nella città di Brescia le piazze della Vittoria, della Loggia e del Duomo rappresentano il centro della città, che forma un vero e proprio sistema di tre piazze: insieme alla non lontana piazza del Foro, ne caratterizza l'assetto urbanistico. Gli importanti resti del Foro. del Tempio capitolino e del teatro romano rimandano, insieme al reticolo stradale ortogonale in cui è ancora distinguibile l'antico castrum, all’età repubblicana e imperiale, qnando Brixia copriva un'arca di ben 29 ettari e numerava oltre 9000 abitanti, cifra apprezzabile per quei tempi.

Piazza della Loggia.
La piazza più bella di Brescia fu conseguita nel '400 sul luogo destinato al mercato medievale. Il  significato simbolico di questo spazio civile, che doveva discernere da quello religioso di piazza del Duomo, è espresso dal carattere veneto degli edifici maggiori, che si rifanno allo stile del Palladio, evocando il ruolo dominante della Serenissima cui la città era passata nel 1428. Gli interventi seguenti non hanno alterato le proporzioni spaziali, ispirate ai principi dell'urbanistica rinascimentale, di cui questa piazza è tra le più armoniose realizzazioni. Oltre alla Loggia, merita attenzione anche il Monte di Pietà, che accosta il palazzo tardo-quattrocentesco, con facciata di chiara impronta veneziana, a uno successivo che ne riprende il gusto con cenni tipici del Seicento bresciano.

La Loggia.
Sede di grande prestigio per il comune di Brescia, ordinato nell'elegante edificio rinascimentale innalzato come sede del Consiglio speciale dell'aristocrazia cittadina al tempo della Repubblica Veneta. Sopra l'imponente pianterreno aperto da grandi arcate classicheggianti, l'architetto locale Lodovico Beretta portò a compimento nel 1574 un piano superiore dalle chiare influenze manieristiche, evidenti nell'alternarsi di superfici piane e riccamente decorate. La cupola in piombo, che ripropone l'originale modello a carena di nave, fu compiuta nel 1914, dopo la distruzione dell'attico aggiunto nel Settecento da Luigi Vanvitelli.

La Rotonda.
Noto anche come Duomo Vecchio, è il più rilevante monumento romanico della città, costruito, nell’XI secolo su una basilica alto-medievale. Sistemato a un livello inferiore rispetto alla piazza, il tempio presenta un corpo a pianta circolare che regge un grande tamburo cilindrico, coronato da un giro di aperture ad arco con piccole lesene; il profondo presbiterio venne unito nel 1488-98. Dietro il portale, rinnovato nel 1708 dopo il crollo del campanile che vi poggiava, l’enorme e semplice interno è sormontato da una calotta emisferica su imponenti pilastri, cinto da un ambulacro cui salgono due scale; nel sito tratto più elevato sono posti due sarcofagi trecenteschi, opera di maestri campionesi.
Dietro l'altare maggiore si osserva Una bella Assunzione dei Moretto, autore anche dei S. Luca e dei S. Marco nella cappella a destra del presbiterio; in quella sinistra viene casualmente esposto il tesoro, con reliquiari e pregiati lavori di oreficeria. Davanti al transetto, dove appaiono i resti di un pavimento a mosaico forse riferibili a uno industria termale romano, due ripide scalette scendono alla cripta di S Filastrio, che conserva capitelli classicheggianti e frammenti di affreschi tardo-medievali.

Il Broletto.
È tuttora occupato da uffici pubblici l'antico palazzo comunale, mantenutosi nelle forme romanico-gotiche, sebbene le ripetute modificazioni d'epoca successiva. Sulla destra dell'edificio si erge la torre del Popolo, unica vestigia della realizzazione precedente; è inoltre assorbita la facciata con decorazioni in cotto della quattrocentesca chiesa di S. Agostino, abbattuta nel 1803. Stupendo il cortile, con portici gotici su due lati; la loggia classicheggiante aperta in quello nord è un’aggiunta del 1626.

Il Tempio Capitolino.
Fu innalzato nell’anno 73, al tempo dell’imperatore Vespasiano, come si ricava dall’iscrizione.
Il Tempio, caduto in rovina nel medioevo e rifatto tra Otto e Novecento, è di forme enormi, evidenziate dalla scalinata che regge le sei colonne corinzie appartenute al pronao. Al di sotto di questo, sono i resti di un santuario repubblicano del 1 secolo a.C., il più antico edificio sacro della pianura padana arrivato a noi. Nel Museo civico dell'Età romana, molti i reperti di grande valore, tra i quali risalta la Vittoria  alata in bronzo.

S. Salvatore.
Benché privata della fronte e dell'abside, resta un'importante testimonianza d'architettura medievale con le tre navate interne assegnate da 13 colonne di recupero. Sulle pareti e sulle arcate si individuano frammentari affreschi del IX secolo, così come nell'abside della cripta; assai più recenti le pitture murali che decorano la cappella alla base del campanile, eseguite nel Cinquecento del Romanino.

Pinacoteca Tosio Martinengo.
Paolo Tosio diede alla città la propria collezione di dipinti, nucleo originario della raccolta; Leonardo Martirengo da Barco offri il palazzo cinquecentesco destinato ad accogliere, cambiato nel 1860. Ampio spazio è conservato alla pittura rinascimentale, avviando con un superbo Cristo redentore benedicente di Raffaello, cui si deve anche un frammento di pala con Angelo; nella stessa sala sono mantenuti importanti opere del Moretto e del Romanino. Proseguendo il percorso di visita, si segnalano tre capolavori di Vincenzo Foppa, Giovanni Carianni, maestro originario forse della valle Imagna, e tre magnifiche Adorazioni dei Pastori del Moretto, di Lorenzo Lotto e del Savoldo.
Le sale successive sono completamente intitolate al Moretto, ai Romanino e ad altri pittori attivi a Brescia nel Cinquecento; nella sezione barocca meritano particolare attenzione i lavori a soggetto popolare dell'artista milanese Giacomo Ceruti, meglio noto conte Pitocchetto e Faustino Bocchi.

Ss. Nazaro e Celso.
La chiesa fu riedificata tra il 1752 e il 1780 secondo lo stile neoclassico. La parte più pregiata è l'interno, per i preziosi dipinti tra i quali spicca lo straordinario polittico nell'abside, capolavoro giovanile di Tiziano. Gli fanno corona alcune tele del Moretto, Giovanni Battista Panini e, in sagrestia, due tempere del Romanino.

S. Francesco.
Portale in marmo e rosone dissolvono ogni dubbio sulla matrice romanico-gotica del tempio assai ricco di opere d'arte. Degli affreschi che in passato ne decoravano le tre navate resta traccia solamente sulla parete destra, ma in compenso si possono osservare importanti dipinti del Moretto, di Callisto Piazza e del Romanino, e anche una grande croce processionale in argento del 1501, mantenuta in sagrestia. Prima di uscire, merita una visita anche il bellissimo chiostro grande, innalzato alla fine dei Trecento. La vicina chiesa di S. Maria dei Miracoli fu innalzata tra la fine del 1100 e il 1581.