Vacanze a Bergamo

A Bergamo (Lombardia), molti secoli di storia si sono stratificati nella città alta, favorito luogo di civiltà urbana che, nella seconda metà del Novecento, ha però perduto. oltre alla residua importanza economica, anche la funzione di rappresentanza del potere civile.
Negli ambienti medievali e negli spazi rinascimentali, essa forma uno straordinario palinsesto di tesori d'architettura e d'arte, nel quale le rilevanti funzioni pubbliche ne rilanciano lo storico ruolo sociale e culturale.
Bergamo bassa, per contro, non si lascia scoprire con facilità: palazzi ed edifici religiosi nascondono dietro facciate non di rado dimesse interni di intoccabile ricchezza, in un insieme dinamico e armonioso che non ha mai interrotto di evolversi.

Piazza Vecchia.
Insieme all’attigua piazza del duomo, forma il centro maestoso di Bergamo alta.
Fa da sfondo allo slargo d’impronta rinascimentale decorato da una fontana settecentesca, il palazzo della Ragione, già sede comunale; gli interventi realizzati sull’impianto medievale ne invertirono l’orientamento, aprendo sul prospetto rivolto alla piazza le due trifore ogivali, la loggia al pianterreno e il finestrone del salone superiore, dove sono conservati affreschi tre-quattrocenteschi originari da chiese e palazzi cittadini.
Spiccano i tre Filosofi del Brasante, unici rimasti dei sette che il grande artista aveva affrescato sulla facciata del prospiciente palazzo del Podestà veneziano.
L’alta torre del Comune o Campanone più volte mutata nel coronamento, rintocca ogni sera i suoi cento colpi, come avveniva un tempo per annunciare la chiusura delle porte urbiche. L'antistante palazzo Nuovo, sede della Biblioteca civica, fu ideato nel 1593 ma venne portato a compimento soltanto nel 1927-28.

Piazza dei Duomo.
Questo spazio elegante e articolato ruota attorno agli edifici monumentali creando scorci e prospettive mutevoli che ne fanno una delle piazze più belle della regione. Il Duomo fu cominciato nel 1459 su progetto del Filarete, mutato nel '600 e portato a termine solo nel 1886. Nell'elegante interno, ricco di opere d'arte, merita attenzione particolare il Martirio di S. Giovanni vescovo di Giambattista Tiepolo.

S. Maria Maggiore.
Anche la realizzazione di questa basilica richiese tempi lunghi dovuti alla complessata della struttura. Per osservare in tutti i suoi dettagli è consigliabile girare attorno al tempio avviando dal fianco sinistro, sul quale si apre un mirabile protiro con leoni stilofori, opera di Giovanni da Campione cui si deve anche il portale vicino all'abside sinistra. Seguono la rinascimentale Sagrestia nuova e, in cima a una scala, l'abside di mezzo ad arcatelle e loggia; quella destra è in parte nascosta dal campanile.
Alla testata del transetto destro, ecco un atro splendente protiro di Giovanni da Campione con coronamento a bassorilievo. È invece del malestro locale Pietro Isabello la porta della Fontana, che dà accesso alle tre navate interne, dove marmi, stucchi e dorature dimostrano il rifacimento seicentesco. Lungo le pareti e ai pilastri sono appesi magnifici arazzi di scuola fiorentina e fiamminga; di buona fattura anche il coro in legno le cui magnifiche tarsie furono conseguite in buona parte sii disegni di Lorenzo Lotto. In fondo al transetto destro si osserva un bellissimo affresco d'ispirazione giottesca collocato nel 1347; prima di uscire, merita impegno anche il ricchissimo confessionale barocco all'inizio della navata sinistra e il monumento a Donizzetti.

Cappella Colleoni.
Ottenuta la demolizione dell'antica sagrestia della basilica, il capitano di ventura Bartolomeo Colleoni dispose all'architetto e scultore pavese Giovanni Antonio Amadeo di conseguire al suo posto il proprio mausoleo. L'opera, portata a termine nel 1476, riproduce un capolavoro del rinascimento lombardo, vero gioiello di architettura e decorazione.
La facciata, coronata da una grande cupola, propone una notevole varietà di elementi plastici, che si fondono nel gioco cromatico del rivestimento in marmo bianco e rosa.
Nell'interno troneggiano le tombe del Colleoni e della figlia Medea, con statue e rilievi a firma dell'Amedeo; gli altri abbellimenti dell'aula furono cancellati da un rifacimento settecentesco cui prese parte anche Giambattista Tiepolo, autore degli affreschi nelle lunette e dei pennacchi sotto la cupola.

Battistero.
Davanti ai giardini del Vescovado, ecco un'altra testimonianza del talento di Giovanni da Campione.
il piccolo edificio ottagonale, coronato da una loggia a colonnette con statue delle Virtù in marmo rosso, in origine si trovava all'interno della basilica di S. Maria Maggiore; spostato í 1660, fu qui posto nel 1898.

Pinacoteca dell'Accademia Carrara.
È tra le più ricche gallerie d'arte del nostro paese, alla quale si accostano raccolte di stampe, disegni, bronzi, medaglie, porcellane, sculture e miniature, tutte ordinate nel palazzo neoclassico sede dell'Accademia.
La collezione, ordinata secondo criteri storici e cronologici, si apre con Bonifacio Bembo e Antonio Vivarini, per poi raccogliere sui maestri toscani del Quattrocento, quali il Pisanello e Sandro Botticella e sui loro contemporanei veneziani, come Giovanni Bellini, Andrea Mantegna e Vittore Carpaccio.
Notevole anche la sezione intitolata alla scuola lombarda, dove spiccano I Tre crocefissi di Vincenzo Foppa e una tela del Borgognone.
La sala con opere di Lorenzo Lotto nativo di Venezia ma attivo a Bergamo nel 1513-25, introduce la collezione cinquecentesca, dove sono rappresentati amoretto, El Greco, Raffaello, il Pinturicchio, il Perugino e il ritrattista locale Giovanni Battista Morosi.
Seguono la sala intitolata alle scuole europee del rinascimento, con opere di Albrecht Durer e Pieter Bruegel il Vecchio, la raccolta di pitture italiane del Seicento, che scorta grande spazio alla scuola bergamasca, e un ampio repertorio del maestro locale fra' Galgario al secolo Vittore Ghislandi.
Certamente più conosciuti al grande pubblico i nomi dei suoi contemporanei stranieri rappresentati nella sala successiva, come Peter Paul Rubens, Jan Van Goyen e Diego Velàzquez, e nella selezione di pittura veneziana del settecento, che raccoglie opere di Pietro Longhi, Francesco Guardi e del Canaletto, insieme ad alcuni bozzetti del Tiepolo. Di fronte al palazzo dell'Accademia Carrara, gli ambienti ricavati da un convento quattrocentesco ospitano la Galleria d'Arte moderna e contemporanea, con molteplici sculture del bergamasco Giacomo Manzu vicino a opere di Balla, Bordoni, De Chirico, Compigli, Kandinskij, Morandi e altri.

Sotto il Monte Giovanni XXIII.
In questo comune, oltre al nome, molto altro ricorda il beato Angelo Giuseppe Roncalli, pontefice dal 1958 al 1963, venuto alla luce in borgata Brusicco nel 1881. Si visitano la casa natale e la vicina Ca' Martino, sua residenza estiva quando ancora era cardinale: l'edificio accoglie un museo storico intitolato alla figura del “papa buono". In località Fontanella, la romanica chiesa di S. Egidio è sola vestigia di un'abbazia cluniacense.