vacanze a piacenza

Piacenza (Emilia Romagna) è posta sulla riva destra del Po, ed è l'ingresso nella regione per chi proviene dal Nord. Le origini di Piacenza si riallacciano alla sua posizione strategica di collegamento tra la pianura padana e la catena appenninica, prima come guado naturale, poi come incrocio delle due fondamentali vie Emilia e Postumia.
 
Naturale, dunque, che tale posizione favorita rispetto alle comunicazioni, inclusa quella fluviale sul Pio, rammentasse una spiccata vocazione mercantile, che trovò piena manifestazione in età comunale quando i mercanti piacentini conquistarono i più dinamici mercati internazionali. Crocevia di commerci, ma anche di artisti e di correnti culturali, Piacenza è nel medioevo in continuo dialogo con la vicine Parma, Pavia e Cremona, esprimendo un linguaggio artistico comune.

Agli episodi monumentali di quell'epoca, si affianca, da metà Cinquecento, il rinnovamento edilizio provocato dal ruolo di capitale del Ducato dei Farnese: la corte fu presenza breve, durata solo due anni, ma tale da attivare una crescita del ruolo del patriziato locale, che innalzò le sue dimore e invitò personalità artistiche di prestigio a decorarle. Se il volto della città ha conservato l'impronta signorile sei-settecentesca, i colli appenninici che si dispiegano alle sue spalle riconducono all'organizzazione territoriale del Tre-Quattrocento.
Le memorie feudali si ritrovano nei borghi e nei castelli che punteggiano queste bellissime valli, a ricordo di un'aristocrazia rurale indocile a sottomettersi ai poteri cittadini. Accanto ai signori, i monaci: in val Trebbia, infatti, l'irlandese S. Collombano fondò uno dei cenobi più rilevanti del medioevo italiano. Cornice di tale fiorente passato è una natura ricca di valori paesaggistici, cui si accosta una tradizione gastronomica di tutto rispetto.
 
Piacenza è raccontata esemplarmente dal suo impianto urbanistico: al centro si imposta il reticolo ortogonale dell'insediamento romano, che le importanti trasformazioni edilizie sei-settecentesche hanno totalmente rispettato; attorno a questo nucleo originario, il tessuto edilizio si dirada e si sfrangia accostandosi al perimetro murato cinquecentesco, urbanizzato per accogliere le infrastrutture produttive storicamente legate al fiume, oppure, sul lato opposto, per implicare le residenze patrizie e gli interventi di arredo urbano della città aristocratica: il pubblico passeggio sui bastioni, il Teatro, gli ampi viali. Piacenza, dopo la grande stagione medievale che i commerci, le manifatture e le banche avevano promosso a città di importanza europea, passò ai Farnese nel 1545.
Questi la eressero a maggiore centro del loro feudo: un primato durato solo due anni, spazzato via a favore di Parma, dalla congiura dei irascibili nobili locali, che fecero uccidere Pier Luigi Farnese.
A lungo utilizzata come importante piazzaforte perla sua posizione strategica, ancora rivestiva il ruolo di macchina militare al tempo della formazione dello Stato unitario, dotata di caserme, magazzini e fortezze.
Il centro storico è di nobile impronta padana e, come spesso accade, è circondato da una periferia industriale e residenziale che mostra tutti i segni del turbolento sviluppo del secondo dopoguerra.

A Piazza dei Cavalli sono le due stature equestri dei Farnesi, Alessandro e il figlio Ranuccio I a dare il nome alla piazza principale: considerate il capolavoro di Francesco Mochi, furono conseguite di bronzo nel 1620-25. L’edificio più rappresentativo di questo spazio pubblico, creato nel XIII secolo, è il palazzo detto Gotico, ossia il tipico broletto, del medioevo lombardo, costruito a partire dal 1281, sul lato orientale, sull'adiacente piazzetta, prospetta la chiesa di S. Francesco costruita in forme gotiche nel 1278, con pregevole facciata a capanna.

Il Duomo collega la piazza dei Cavalli alla cattedrale la via XX Settembre, la principale della città. S. Antonino.
L'edificio romanico-gotico del Duomo risente, nella sua complessità di due differenti fasi costruttive: la prima romanica del 1122, gotica quella del 1233.1 portali, preceduti da logge con sculture influenzate dai maestri Wiligelmo e Nicolò, risalgono al XII secolo, mentre il campanile è del 1333. Nell'interno, il tiburio ha cupola con spicchi decorati dal Morazzone e dal Guercino; quest'ultimo è anche l'artefice delle Sibille nelle lunette sottostanti.
Tra le altre opere spiccano un'ancona lignea quattrocentesca, l'incoronazione della Vergine di Camillo Procacciai e cori angelici e Limbo di Ludovico Carrocci, nelle vele della volta.

S.Antonio fu fondata nel IV secolo, ha subito lunghi e profondi modificazioni nel corso dei secoli, come denuncia l'insolita pianta dovuta ai successivi allargamenti. Il braccio sinistro del transetto conserva un pronao gotico di Pietro Vago; all'interno di può osservare la pregevole Crocifissione lignea del XV secolo. Nel Museo capitolare si trovano preziosi incunaboli.

La Galleria d'Arte moderna Ricci-Odili deve il suo nome, alla ricca collezione donate da Giuseppe Ricci-Oddi alla città. All'interno della vasta raccolta, dimostrativa della produzione figurativa italiana dai romanticismo al Novecento, spiccano il Ritratto di Chopin di Francesco Hayez, due sculture di Medardo Rosso, Piazza d’Anversa di Niccolò Zandomeneghi e opere di Telemaco Signorini, Giovanni Fattori, Silvestro Lega e altri.
Da segnalare, in particolare, un gruppo scultoreo di cavalli nella piazza di fronte alla Prefettura.
La chiesa di S. Savino ha facciata barocca che nasconde un organismo romanico: fu infatti edificata nel 1107 su un già esistente edificio del V secolo. Tra le opere presenti all'interno, meritano una segnalazione il mosaico pavimentale del presbiterio e un pregevole Crocifisso romantico.
La suggestiva cripta si orna anch'essa di un mosaico con segni zodiacali e riproduzioni dei mestieri.

Palazzo Farnese si trova nel settore settentrionale della città, non lontano dalie mura, iniziato nel 1559 da Ottavio Farnese e rimasto non finito. Ai lavori partecipò jacopo Barozzi, detto il Vignola, architetto di corte dei Farnese. Unite al palazzo restano le strutture della Cittadella viscontea che ospita i musei civici.
Nella sezione archeologica dei Musei di palazzo Farnese, non si può perdere il famoso fegato di Piacenza in bronzo, utilizzato dagli aruspici per annunciare il futuro. Nella pinacoteca si trova invece la Madonna adorante il Bambino con S. Giovannino di Sandro Botticella
Il palazzo ospita anche il Museo del Risorgimento e quello delle Carrozze, con molteplici esemplari dal Sette all'Ottocento.

Il santuario della Madonna di Campagna, è una bella chiesa in laterizio che venne ideata a pianta centrale da AlessioTrarriello tra il 1522 e il 1528; la struttura è stata cambiata a fine settecento. All'interno, è del massimo interesse la decorazione pittorica cinquecentesca, dovuta al Pordenone e a Bernardino Gatti detto il Soiaro.
Una passeggiata di oltre 2 km lungo la Via Emilia in direzione Parma porta al settecentesco Collegio e alla Galleria Alberoni che conserva un eccezionale Ecce Homo di Antonello da Messina.