vacanze ad ascoli piceno

Ascoli Piceno (Marche) era una città florida già nel medioevo. Ascoli oggi in gran parte ha mantenuto il suo aspetto romanico, che ne fa una meta importante.

Piazza Arringo era utilizzata nel medioevo per le assemblee popolari, ricalca la pianta del foro romano. Vi sorge il Duomo, denominato a S. Emidio: di origini alto-medievali, è nell’aspetto del rifacimento quattrocentesco, con facciata non finita del XVI secolo. All’interno, grande importanza ha il grande polittico di Carlo Crivelli, datato 473.
L’adiacente Battistero, compiuto nel XII secolo sulle fondamenta di un tempio romano, ha pianta ottagonale su base quadrata. Forme barocche contradistinguono il Palazzo comunale, rifatto nel XVII-XVIII secolo unendo i preesistenti edifici del Comune e dell'Arengo, il Palazzo vescovile, invece, è stato conseguito nell'arco di quattro secoli dal Quattro all'Ottocento e ospita il Museo diocesano. Sul lato opposto chiude l'elegante quadrilatero, il palazzo Panichi, seicentesco, al cui interno fra sede il Museo Archeologico statale.

La Pinacoteca civica ospita in particolare le tre tavole di Cario Crivelli e un altro trittico dove è raffigurato S. Giacomo della Marca. Da segnalare anche S. Francesco riceve le stimmale di Tiziano, Annunciazione di Guido Reni.

Piazza del Popolo, nelle sue armoniche proporzioni, rappresenta uno degli angoli più spettacolari di Ascoli. Di pregio caratteristico è il palazzo dei Capitani del Popolo, costruito nel duecento, rinnovato tre secoli più tardi da Cola dell’Amatrice. Vicino, il caffè Meletti, che riporta allo stile liberty della Belle èpoque. Sul lato settentrionale della piazza si trova la loggia dei Mercanti, del 1513.

S. Francesco è una chiesa, costruita tra Due e Cinquecento e dotata di una bella facciata trecentesca, è il gioco delle sette absidi che producono una bella prospettiva su piazza del popolo.
Un portico innalzato nel XIV secolo dà accessibilità al chiostro maggiore, alzato tra il 1565 e il 1623, dal quale si passa nel chiostro minore, trecentesco.

Nella chiesa di Ss. Vincenzo e Anastasio degno di nota prima di tutto è la cripta del VI secolo, poi una preziosa facciata applicata sull'edificio dell’XI secolo, allargato nel 1389. Il portale trecentesco porta nell'interno a tre navate, delle quali la centrale è il corpo della realizzazione originaria.

Via Solderini è una delle vie più importanti della città medievale, sulla quale spicca l'antica torre Ercolani, forse
quella meglio conservata della città. Notevoli Anche il palazzetto Longobardo a essa contemporaneo e la chiesa di S. Giacomo, dell’XI-XII secolo.

La chiesa di S. Maria della Carità, ideata da Cola dell'Amatrice, conserva pregevoli stucchi barocchi, mentre l'ex convento dell’Annunziata ha due rilevanti chiostri  e una chiesa costruita sul finire dei XV secolo.
Nel refettorio resta un maestoso affresco di Cola dell'Amatrice. Non lontano, i grandissimi ruderi romani delle grotte dell’Annunziata lasciano comprendere la presenza di un grande edificio dalle funzioni non ancora note. In vetta al colle, i ruderi della fortezza Pia, conseguita su disegni di Antonio da Sangallo il Giovane.

S. Gregorio e S. Vittore è una piccola chiesa duecentesca di S. Gregorio che fu costruita sui resti di un tempio romano del I secolo a.C., del quale incorpora nel prospetto due colonne corinzie. Nell'interno, ricavato dalla cella del tempio antico, trattengono affreschi databili al XIV secolo. S. Vittore, poco lontano, è dell’ XII-XIII secolo e mantiene affreschi due-trecenteschi.

Il palazzo Malaspina, sul corso Mazzini, è dotato di un singolare loggiato, con colonne che chiamano i tronchi d'albero. Consiste nella sovrapposizione di una struttura seicentesca a tre preesistenti palazzi del Trecento. Oggi è sede della Galleria d’Arte contemporanea, che espone opere del Novecento, principalmente italiano.

S. Emidio alle Grotte è una chiesa rupestre con facciata barocca non è frequente. Ma non è questa l'unica caratteristica di questo edificio, innalzato nel 1721 come ex voto dopo il sisma del 1703 In queste grotte scavate nel tufo si radunavano infatti i primi cristiani ascolani, qui si dava loro sepoltura e vi venne inumato anche S. Emidio, il primo vescovo di Ascoli.